CNAO e MTE: Fisica applicata!
Giovedì 17 ottobre 2024, le classi quinte I e P del liceo scientifico si sono recate in viaggio di istruzione a Pavia, nell’ambito del Progetto Fisica Oggi.
Hanno infatti avuto la possibilità di visitare il centro CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica), una struttura di eccellenza, all’avanguardia nella cura dei tumori, che si apre alle visite solo in pochissime occasioni l’anno, quando le apparecchiature sono spente per manutenzione.
CNAO è un progetto nato negli anni Novanta, da una collaborazione tra Giampiero Tosi, direttore della fisica sanitaria dell’ospedale Niguarda, il fisico Ugo Amaldi – figlio del “ragazzo di via Panisperna” Edoardo Amaldi e in quel momento a capo di un gruppo di 500 scienziati al CERN di Ginevra- e il presidente dell’INFN Nicola Cabibbo (già relatore della tesi del futuro premio Nobel Parisi). I progetti e gli studi disciplinari sono durati una decina d’anni, finchè, nel 2001, è nata la fondazione CNAO. Nel 2010 è iniziata la sperimentazione clinica e nel 2017 l’adroterapia è stata inserita nei livelli essenziali di assistenza.
CNAO è uno dei sei centri al mondo in cui l’adroterapia si avvale di protoni oppure di ioni carbonio.
I ragazzi, divisi in due gruppi, hanno prima assistito ad una lezione teorica sugli aspetti medico-sanitari, tenuta da tecnici e radiologi; in seguito, con la guida di fisici, hanno potuto visitare il sincrotrone, custodito in un bunker di cemento armato, un acceleratore di particelle che funziona con gli stessi principi di LHC del CERN.
Gli studenti sono rimasti davvero colpiti da questa visita.
Eleonora Camagnoni, di quinta P, spiega:” A livello medico… la grande innovazione legata all’adroterapia è il fatto che sfrutta particelle più pesanti dei fotoni che caratterizzano i raggi x, e il fatto che siano più massive permette loro di creare danni irreparabili nelle sequenze di basi azotate del DNA, il quale non riesce più a riprodursi, che è l’obiettivo di questa cura, in quanto tumore per etimologia significa qualcosa che cresce a dismisura e seppur non potendo regredire, almeno il corpo potrà abituarsi alla sua presenza col tempo, una volta fermata la sua riproduzione incontrollata. Ma ciò che la differenzia dalle altre terapie è che invece di rilasciare radiazioni in tutti i tessuti attraversati dal fascio, essa lo fa più puntualmente e precisamente con un picco di energia, detto picco di Bragg, che si sprigiona in corrispondenza della massa tumorale…”
Alice Viappiani, quinta I, osserva: “Trovo affascinante vedere come i principi della fisica possano superare le proprie barriere tradizionali, liberandosi dal pregiudizio che li vede spesso associati a una scienza rigida e poco flessibile. Non si tratta più di una conoscenza confinata entro un solo ambito, ma di un sapere capace di interagire in modo trasversale con altre discipline scientifiche. L’idea che principi fisici, come quelli legati all’uso di particelle subatomiche, possano essere impiegati nella lotta contro i tumori dimostra come la scienza possa trasformarsi in una forza concreta per il bene comune.”
Scrive infine Francesco Bucci, di quinta I: “la visita al CNAO… mi ha offerto l’opportunità di vedere con i miei occhi come scienza e tecnologia possano essere messe al servizio della comunità, in armonia con i principi della nostra Costituzione. L’idea che il diritto alla salute non sia solo un concetto astratto, ma un obiettivo che richiede strutture, investimenti e accesso concreto alle cure, è una lezione importante nel contesto dell’educazione civica.”
Nel pomeriggio, dopo una pausa pranzo sotto una pioggia torrenziale, gli studenti si sono recati in visita al Museo della Tecnica Elettrica (MTE), facente parte del circuito museale dell’Università di Pavia, dove hanno potuto effettuare una visita guidata attraverso i punti più salienti della storia dell’elettricità e delle telecomunicazioni, fino ad arrivare al futuro delle fonti energetiche rinnovabili. Anche questa esperienza, grazie alle giovani guide dell’associazione AdMaiora, è stata davvero bellissima.
Giulia Misero, di quinta P, scrive: “questa visita mi ha fatto capire come durante gli ultimi 200 anni l’energia elettrica si sia evoluta, e con lei anche tutti noi, in particolare ho trovato quasi impressionante la sua crescita esponenziale, infatti con il “test” del telefono a cui ci hanno sottoposto la maggior parte di noi non è stata in grado di far partire una chiamata con telefoni utilizzati fino anche a 40 anni fa dai nostri nonni e genitori.”
Leila Falco, di quinta I, osserva: “Questo museo oltre a essere formativo, è utile anche perché mira a sensibilizzare gli studenti riguardo alla relazione tra sviluppo economico, progresso tecnologico e sostenibilità ambientale e sociale.
Grazie a questa esperienza abbiamo potuto comprendere come il progresso scientifico e tecnologico possa contribuire a un’economia sostenibile, migliorando la qualità della vita senza compromettere le risorse per le generazioni future.”
Margherita Cepelli di quinta P conclude: “ Ho capito che ogni conquista tecnologica non è mai stata solo un punto d’arrivo, ma un ponte verso nuove scoperte, e che la consapevolezza storica ci permette di apprezzare ancora di più quello che abbiamo oggi.”
Obiettivi raggiunti, ragazzi!